Il nuovo millennio ha cambiato il modo di comunicare di tutti, compresa l’intera classe politica. Infatti, il mondo politico ed i suoi componenti sono elementi attenti ai costumi del mondo al fine di attirare il consenso dei cittadini. E quale strumento utilizzare se non i Social Network, quelle piattaforme digitali utili ad entrare in contatto con chiunque in modo semplice ed immediato.
Nonostante queste piattaforme, Facebook e Twitter principalmente, siano presenti da tempo nel mondo del web, solo negli ultimi periodi sono entrati a far parte della cronaca quotidiana. Prendiamo degli esempi vicino a noi, in Italia, il primo “Partito Politico” ad utilizzare Social Network ed Internet per raccogliere consensi è stato il Movimento 5 Stelle, fondato dall’ex comico genovese Beppe Grillo.
I pentastellati hanno in qualche modo sdoganato nel nostro paese la comunicazione digitale, costringendo gli altri partiti a “rincorrere”. Diciamo che si è trattata di una rincorsa decisamente breve, infatti, in tempi ristretti i partiti ed i loro esponenti di spicco hanno rimediato al gap portando in rete contenuti propagandistici. Il primo politico italiano ad utilizzare in maniera intensa e continuativa i Social Network è stato Matteo Renzi, il giovane sindaco fiorentino che nel febbraio del 2014 è divenuto Presidente del Consiglio dei Ministri (in molti ricorderanno l’invito di rasserenarsi al suo predecessore via Twitter) ha fatto ricorso a questi strumenti cercando di diffondere il suo messaggio al numero più largo possibile di utenti.
Questo approccio è stato specialmente apprezzato dai giovani, i quali lo hanno premiato con il loro voto in quanto hanno sentito la vicinanza al loro mondo da parte della politica. Da quel momento, le piattaforme Social e Web sono divenute parte integrante della dialettica politica, a tal punto che uno scambio di cinguettii può essere interpretato come un cambio di posizione ed aprire dibattiti politici interminabili.
Restando sempre nello stivale, un altro Matteo ha capito la potenza dei Social Network, parliamo del leader della Nuova Lega: Salvini. Difatti, il politico lombardo ha deciso di manifestare la sua presenza tramite Facebook, Twitter e TikTok in maniera intensa, ovviamente per fare ciò è stato necessario assumere una serie di Social Media Manager, che lavorano assieme sotto il nome poco edificante di “Bestia”.
Tutto questo sarebbe decisamente positivo se utilizzato dai politici al fine di evidenziare il loro operato all’interno dei palazzi, fornendo ai loro elettori la tanto richiesta trasparenza, purtroppo però, i Social vengono troppo spesso utilizzati per divulgare Fake News, scatenare odio tra i follower e violare il silenzio elettorale.
Anche se bisogna ammettere, che allo stato attuale in Italia contano ancora le apparizioni televisive. Infatti, il pubblico social, quello dei giovani per intenderci, segue poco la politica e si informa in maniera saltuaria.
Le carte in tavola cambiano se parliamo di Stati Uniti, parliamo difatti di un tipo di campagna elettorale molto appariscente e chi non sgancia la bomba dell’ultimo minuti prima del telegiornale è destinato all’oblio, o perlomeno questo è successo negli ultimi anni. Gli USA sono infatti passati dal compassato Obama, che ha utilizzato i social per promuovere iniziative e risvegliare le coscienze all’utilizzo aggressivo dell’ormai ex Presidente Donald J Trump.
Proprio lo scontro tra il tycoon ed Hillary Clinton è stato protagonista dell’ormai noto affaire Cambridge Analytica, sistema che metteva a disposizione i dati di milioni di persone, statunitensi e non, ai politici che ne facevano richiesta, lavorando per la campagna di Trump e quella collegata alla Brexit.
Infatti, il bombardamento social che gli utenti in quel periodo, potrebbe aver influenzato in maniera sensibile il punto di vista di quest’ultimi su dinamiche decisamente importanti. Molti elettori si sono infatti basati sulle notizie false diffuse dalle aziende collegate alla realtà web britannica.
I colossi del mondo social sembrano però aver compreso la lezione e adottato una serie di misure utili ad evitare la divulgazione di notizie non accreditate o false. Difatti, durante l’ultima campagna elettorale statunitense Facebook e Twitter, gli strumenti preferiti da Trump, hanno oscurato tutti i post e cinguettii riportanti illazioni (come quelle relative al voto contraffatto), risultati elettorali inventati e tutte quelle informazione in grado di scatenare odio e non incoraggianti un clima costruttivo.
Bisogna sempre ricordare, che i social network offrono una serie di interessanti opportunità, ma se riusciamo a farci influenzare da qualunque cosa appare sulle pagine, senza un’adeguata verifica, il vero problema siamo noi.