Come ben sapete, il mondo del Marketing è in continua evoluzione, ciò dipende dall’evoluzione dei consumatori e dei mezzi che quotidianamente utilizzano, siamo passati dal Carosello in TV degli anni ‘50-70 alle ironiche promozioni delle Pompe Funebri Taffo via Facebook e YouTube. Cosa è cambiato nel frattempo? Noi! Scopriamo assieme l’evoluzione dei messaggi e dei contenuti per attirare un pubblico sempre più digitale.
Da un po’ di tempo, le mode comunicative nascono direttamente dai consumatori. Infatti, i giovani di oggi sono dei veri “nativi digitali” e per chi si occupa di Marketing possono anche essere degli ispiratori per i futuri contenuti, basti pensare a TikTok ed Instagram. Non di soli social vive la Generazione Z, difatti, anche l’e-commerce può essere un discreto sistema di comunicazione.
L’aspetto più importante di tutti è cercare di comprendere il loro linguaggio e cercare nuove forme di coinvolgimento.
Brand is the word
I marchi che offrono un punto di vista sugli eventi attuali sono quelli che negli ultimi anni hanno costruito una strategia comunicativa più efficace. Infatti, il content marketing da adottare nel futuro consta in un piano di contenuti maggiormente flessibile e dedicato a target differenti, alternando la promozione del prodotto a messaggi empatici ed emozionali.
Nonostante l’impatto commerciale potrebbe risentirne, è importante sapere che da diverse dichiarazioni, i consumatori saranno maggiormente interessati ad acquistare prodotti da marchi che hanno preso posizione su cause importanti (#blacklivesmatter, Gender Pay Gap, ecc.).
Queste strategie sembrano essere sicure nel breve periodo, quindi è necessario comprendere se ritenete più importante sviluppare un piano che abbia effetti nel medio-lungo periodo, soffrendo un po’ in fase iniziale, ma guadagnando valore in futuro.
Conversioni o Engagement?
Non esiste content strategy priva di dati a supporto, difatti, al fine di comprendere se la nostra strategia sta seguendo i KPI (Indicatori Chiave di Prestazione) o è necessario modificare alcuni dei nostri contenuti.
In ogni caso, è necessario ricordare che nella realizzazione della strategia è importante pensare anche all’engagement, infatti, nonostante l’importanza delle conversioni, è il coinvolgimento del “consumatore di domani” che aumenterà l’interazione con i nostri contenuti e si tradurrà in conversioni.
Come parlare con la Generazione Z
Come dicevamo prima, l’evoluzione dei consumatori più giovani ha stravolto il modo di fare marketing e brand awareness. Parliamo di una generazione che conta 2,5 miliardi di persone circa e possiede un potere d’acquisto che supera i 44 miliardi di dollari, una fetta di mercato interessante, vero? Ma come parlare loro senza scadere nell’imitazione? Non è poi così difficile, basta seguire alcune norme evergreen.
Pubblicità in TV? Ma anche no!
La Generazione Z non si piazzerà mai davanti alla TV a guardare la vostra pubblicità, a meno che non ci siano influencers noti. Saranno piuttosto concentrati a guardare uno spot su YouTube, quindi optare per un video che narri il vostro prodotto in tempi brevi e con una promozione non troppo sfacciata potrebbe essere l’ideale per conquistare questo tipo di pubblico.
Tra le altre cose è necessario ricordarsi che stiamo trattando di un pubblico piuttosto schizofrenico, difatti, secondo alcune inchieste, questi giovani necessitano di una esperienza che sia compatibile su almeno 5 schermi (smartphone, PC, TV, wearable e tablet).
Una generazione all’insegna degli influencer…
Contrariamente alle generazioni precedenti, gli appartenenti alla Generazione Z sono più interessati a relazionarsi con un coetaneo online piuttosto che con i portavoce dei VIP. Proprio per questo motivo amano gli influencer, divulgatori che sono in tutto per tutto come loro, tanto da immedesimarcisi. Questi ragazzi non si limitano ad assorbire l’invito ad acquistare determinati prodotti per loro stessi, anzi riescono ad influenzare le decisioni delle famiglie sugli acquisti, dai mobili al cibo. Raggiungere questo tipo di pubblico può rivelarsi un discreto investimento a lungo termine in quanto riescono a modificare le abitudini di acquisto di altri target demografici.
Un marketing “etico”
Fare pubblicità e mantenere una certa etica è sempre stato visto come un ossimoro, la Generazione Z però ha deciso di cambiare le carte in tavola e premiare i brand e le aziende che credono (o perlomeno sembrano farlo) nei loro ideali, specialmente quando si tratta di diritti umani.
Sembra facile, ma fidatevi se vi diciamo che non sarà un hashtag a risolvere i vostri problemi. Difatti, è importante dimostrare che avete a cuore la causa e che non lo fate per mero guadagno, in quanto i ragazzi della Generazione Z si fida degli influencer, ma pone scarsa fiducia in chi cerca di imbrogliarli (più o meno evidentemente).
Concludendo, se avete voglia di catturare le attenzioni di questi utenti dovrete studiarne i comportamenti ed il mondo con cui si interfacciano (influencer in primis). Non saranno tanti come i millennial, ma il loro potere d’acquisto, grazie al mondo digitale, è infinitamente più importante.
Generazione Z: Guida all’uso
Se avete deciso di ritagliarvi una fetta di mercato in questa “nicchia”, ecco cosa dovete fare:
– Realizza contenuti interattivi;
– Non fare il Millennial;
– Promuovi aspetti etico-sociali;
– Contatta gli Influencer;
– Cerca di essere sempre autentico;
– Realizza contenuti video brevi, ma incisivi.
Speriamo che questo breve articolo vi abbia aiutato a comprendere quali opportunità possono nascondersi dietro questa nuova generazione di consumatori.